La Convenzione di Istanbul stabilisce che la violenza maschile contro le donne debba essere affrontata attraverso un approccio globale che tenga in opportuna considerazione i programmi per il recupero degli uomini maltrattanti (articolo 16), gli interventi di contrasto alla recidiva e di rieducazione dell’autore del reato e, più in generale, tutte le azioni che operino un cambiamento culturale relativo ai modelli dominanti di mascolinità.
L’attenzione nei confronti degli uomini autori di violenza porta con sé, infatti, la necessità di un approccio integrato e pragmatico per contrastare la violenza, al fine di prevenire in maniera efficace la recidiva e favorire il percorso di assunzione di responsabilità della violenza agita.
Inoltre, la Legge n. 119/2013 all’art. 3 “Misura di prevenzione per condotta di violenza domestica” comma 5 bis prevede che l’autore del fatto venga informato dall’Autorità Giudiziaria circa i servizi disponibili sul territorio.
In tal senso, si rendono centrali i percorsi di recupero degli uomini maltrattanti anche allo scopo di creare una corretta sinergia di interventi tra i Tribunali del territorio, gli enti del sistema sociosanitario nonché i soggetti del terzo settore specializzati in materia di contrasto alla violenza maschile contro le donne.
Per ciò che attiene ai dati sulla reale efficacia di questi programmi nel contrasto della recidiva, tra le sperienze regionali vi è il protocollo Zeus, gestito dalla Divisione Anticrimine della Questura di Milano in collaborazione con il CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione). Secondo il report fornito dalla Divisione Anticrimine della Questura di Milano a proposito del Protocollo Zeus i programmi riescono ad ottenere una diminuzione del 50% della recidiva.
Alla luce dell’efficacia dei percorsi e al fine di implementare un modello di presa in carico integrata sempre più standardizzato, Regione Lombardia ha avviato nel 2019 una sperimentazione a governance ATS di Milano rivolta agli uomini autori o potenziali autori di violenza che ha definito dei percorsi di presa in carico integrata sulla base di apposite linee guida che individuano specifiche procedure e interventi.
Regione Lombardia intende sostenere, e sviluppare, forme di pianificazione territoriale integrata attraverso la valorizzazione, e la partecipazione attiva, dei diversi soggetti territoriali organizzati in partenariato, con le strutture dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Amministrazione della Giustizia Minorile, definendo un insieme coordinato di risorse ed interventi.
In considerazione della complessità della strutturazione di percorsi di recupero e riabilitazione per uomini autori di violenza, e della necessità di approcci integrati che vedano il coinvolgimento degli attori sopra riportati, si è ritenuto di avvalersi delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) per l’attuazione degli interventi realizzati in collaborazione con tutti i soggetti interessati.
Le ATS, pertanto, hanno provveduto nel 2025 a costruire un piano di intervento territoriale per la realizzazione di interventi per la presa in carico di uomini autori di violenza contro le donne secondo un’ottica di coprogettazione e sinergia progettuale, previo il raccordo con tutti i soggetti interessati. Il piano di intervento è lo strumento che permette l’attuazione dell’Intesa Stato-Regioni del 2022 e la conseguente individuazione dei soggetti che rispettano le caratteristiche richieste attraverso la valorizzazione, e la partecipazione, dei soggetti territoriali organizzati in partenariato. Il piano, in particolare, consente di concentrare in un ambito territoriale definito un insieme coordinato di risorse e interventi che mobiliti una rete permanente di soggetti e garantisca la definizione di percorsi di riabilitazione per gli uomini e per la prevenzione della violenza.
Con delibera n. 165 del 05/05/2025 l’ATS della Montagna ha quindi approvato il piano di intervento territoriale costruito per la realizzazione di interventi per la presa in carico di uomini autori di violenza contro le donne, sia per il territorio della Valtellina e Alto Lario che per quello della Valcamonica, stilato avvalendosi del Comitato di Coordinamento.
Il Comitato di Coordinamento, che è stato costituito a livello di singola ATS, si riunisce anche con compiti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia dei progetti inseriti nei piani di intervento territoriale per la realizzazione di interventi per la presa in carico di uomini autori di violenza contro le donne.
Con delibera n. 368 del 30/10/2024 l’ATS della Montagna ha costituito il Comitato di Coordinamento per il sostegno di interventi integrati innovativi per il recupero degli uomini autori di violenza, di cui alla D.G.R. Lombardia n. XII/778 del 31.07.2023 e al D.D.U.O. Direzione Generale Famiglia, Solidarietà sociale Disabilità e pari opportunità di Regione Lombardia n. 7365/2024, e ha approvato il “Regolamento Comitato di Coordinamento ATS della Montagna Centri per uomini autori di violenza (CUAV)”.
Il Comitato di Coordinamento a governance ATS della Montagna è composto dai seguenti componenti permanenti: il Comune di Sondrio, ente capofila Rete Antiviolenza per la provincia di Sondrio; il Comune di Darfo Boario Terme, Ente capofila Rete Antiviolenza per il territorio della Valcamonica; i Referenti di UIEPE Milano per Uffici distrettuali di esecuzione penale esterna Como e Sondrio; i Referenti di USSM di Brescia; i Referenti dei Tribunali Ordinari di Como e Sondrio; i Referenti del Tribunale per i Minorenni di Milano; i Referenti dei Tribunali di Sorveglianza di Brescia e di Milano; l’ASST Valtellina e Alto Lario e l’ASST Valcamonica.
La composizione del Comitato è stata successivamente integrata con i referenti dei C.U.A.V. (Centri Uomini Autori di Violenza) individuati a seguito di apposita manifestazione di interesse e ammessi al finanziamento regionale.
Sono inoltre stati istituiti gruppi di lavoro ad hoc coordinati da Regione Lombardia, con la presenza delle ATS e dei soggetti gestori dei CUAV, al fine di individuare dei requisiti di qualità per l’attuazione dell’Intesa.