“World No Tabacco Day”, il fumo fa male anche all’ambiente.

Anche l’ATS della Montagna oggi, 31 maggio, aderisce al “World No Tabacco Day”, giornata mondiale di riflessione sui rischi associati al fumo. Per l’edizione 2022, l’OMS ha scelto come tema “Il tabacco: una minaccia per il nostro ambiente“. Già nel 2019 l’ATS Montagna aveva sensibilizzato la collettività verso i danni che il fumo causa sia alla nostra salute sia all’aria che respiriamo e all’ambiente con una iniziativa ad hoc. Studenti e insegnanti, infatti, erano stati coinvolti in una campagna di  raccolta dei mozziconi per le vie della città e dei parchi.

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L’ATS della Montagna ricorda che l’assunzione di tabacco incide negativamente sia sulla durata media della vita oltre che sulla sua qualità. Fumare aumenta il rischio di malattie respiratorie, forme tumorali, danni renali e malattie dell’apparato riproduttivo. Inoltre, l’abitudine tabagica è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: i fumatori hanno una probabilità di morire a causa di una coronaropatia da 3 a 5 volte maggiore rispetto ai non fumatori. Più in generale una persona che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo. La letteratura scientifica nazionale dimostra come dopo l’introduzione nel 2003 delle Legge Sirchia – a tutela della salute dei non fumatori – siano sensibilmente diminuiti i ricoveri ospedalieri per infarto miocardico acuto nella fascia di età adulta, confermando l’efficacia dei divieti di fumo. L’abitudine tabagica è un problema sanitario in tutte le fasce d’età, con un inizio che spesso si fa risalire al periodo adolescenziale per poi radicarsi e incrementare con gli anni. Anche nel 2021 secondo i dati ISTAT i fumatori in Italia di 14 anni e più sono poco meno di 10 milioni, con forti differenze di distribuzione per classi di età e per genere: quasi il 23% dei fumatori sono maschi, mentre le femmine sono il 15,3% e si concentrano tra i 20 e i 44 anni. Per quanto riguarda l’impatto ambientale, i filtri delle sigarette rappresentano il secondo articolo di plastica monouso più frequentemente rinvenuto sulle spiagge e possono impiegare più di un decennio a decomporsi, inquinando nel frattempo acque e fauna. Nono solo, anche i device delle sigarette elettroniche e degli HTP contengono materiali dannosi e non biodegradabili. Le cartucce e i contenitori di liquido per ricarica, inoltre, non sono riciclabili. Il tabacco impatta sull’ambiente dal momento della sua coltivazione, produzione, distribuzione per finire con la quantità di rifiuti prodotti – si calcolano 2.000.000 di tonnellate di rifiuti tra carta, inchiostro, cellophane, colla e alluminio, per cartoni e pacchetti – nonostante il settore voglia apparire ecosostenibile, commercializzando prodotti apparentemente rispettosi dell’ambiente. Il 90% di tutta la produzione di tabacco è concentrata nei paesi in via di sviluppo – occupa 200.000 ettari, essendo una coltura a breve termine molto redditizia, ma che a lungo termine genera gravi ripercussioni, come per esempio: insicurezza alimentare, frequenti debiti degli agricoltori coinvolti, malattie e povertà tra i lavoratori agricoli e danni ambientali diffusi diretti – per l’uso di sostanze chimiche e indiretti – causati dalla deforestazione.

Smettere di fumare quindi è la scelta vincente anche per l’ambiente.

Ricorda che sul sito ATS è sempre disponibile il questionario FAGERSTROM per valutare il grado di dipendenza dalla nicotina.  Allo stesso indirizzo si trovano i recapiti del Centro per il Trattamento del Tabagismo. Basta cliccare QUI

Se invece preferisci fare da solo, la tecnologia può esserti di aiuto: Florence è una operatrice sanitaria digitale che aiuterà gli aspiranti ex fumatori e al contempo dissiperà false notizie sul covid-19. Clicca QUI       

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Aggiornato il 13 Luglio 2022 da ATS Montagna